Affettuosamente Vi Auguro un felice buon Santo Natale.....Auguri Mondo
La
Parola venne nel mondo. La vita eterna si scelse il luogo di un cuore
umano. Decise di abitare in questa tenda tremante, le piacque di
lasciarsi colpire. Così la sua morte fu cosa decisa. Perché inerme è la
fonte della vita. Dio nella sua eterna fortezza, nella sua inaccessibile
luce, era inespugnabile, come spari di bambini le frecce del peccato si
spuntavano alle bronzee mura della sua gloria. Ma Dio nell’abitacolo di
un cuore, come era facile da raggiungere. Bastava un attimo per
danneggiarlo. Più facile ancora di un uomo; perché un uomo non è solo un
cuore; è cartilagine e osso, muscolo tenace e pelle indurita; ci vuol
proprio una cattiva intenzione per ferirlo. Ma un cuore: quale
bersaglio! Quale mai esca! Quasi senza pensare vi si indirizza il tiro
della fionda. Quale tallone di Achille si era Dio procurato, in che
pazzia si era mai gettato. Egli stesso aveva rivelato il punto debole
del suo amore. Si era appena saputo che si trovava come un cuore tra
tutti noi che affiliamo le frecce e assestiamo l’arco. Una pioggia lo
sorprenderà, una grandinata; proiettili a milioni volano a bersaglio
sulla piccola macchia rossa. Il suo cuore, che è senza difesa, non lo
difenderà. Un cuo- re non ha intelligenza, infatti. Non sa perché si
spara. Non ci sarà chi si schieri con lui. Lo si tradirà (ogni cuore è
infedele). Non ci si ferma mai, infatti, si va, si corre; e poiché
l’amore corre sempre più forte, correrà più forte anche il suo cuore
incontro al nemico. Sua delizia è dimorare tra i figli dell’uomo, sua
passione è sapere quanto piacciono i cuori stranieri, gli altri. Questo
piacere ha voluto gustare, un gusto che gli è costato molto. Mai più
dimenticherà questo gusto nelle più lontane eternità. Solo un cuore
poteva progettare simili avventure, follie che conviene non raccontare a
chi ha il ben dell’intelletto, che conviene passare sotto silenzio, che
si covano soltanto in un’alleanza fra carne e sangue, follie del povero
cuore che dalla sua povertà nascosta e da uno squallido campo terreno
sa evocare tesori davanti a cui stupiscono i celesti. (H. U. Von
Balthasar)